Diritti dell’inquilino nell’assemblea condominiale. Diritto di voto e diritto di intervenire

L’art. 10 della legge 392/78 prevede che agli inquilini (o conduttori) è concesso in alcuni casi il diritto di partecipare alle assemblee condominiali e in (pochi) alcuni anche il diritto di voto.

Art. 10.

Partecipazione del conduttore all’assemblea dei condomini

Il conduttore ha diritto di voto, in luogo del proprietario dell’appartamento locatogli, nelle delibere dell’assemblea condominiale relative alle spese e alle modalità di gestione dei servizi di riscaldamento e di condizionamento d’aria.

Egli ha inoltre diritto di intervenire, senza diritto di voto, sulle delibere relative alla modificazione degli altri servizi comuni.

La disciplina di cui al primo comma si applica anche qualora si tratti di edificio non in condominio.

In tale ipotesi i conduttori si riuniscono in apposita assemblea convocati dal proprietario dell’edificio o da almeno tre conduttori.

Si osservano, in quanto applicabili, le disposizioni del codice civile sull’assemblea dei condomini.

DIRITTO DI INTERVENIRE IN ASSEMBLEA

Gli inquilini dunque hanno diritto di intervenire nell’assemblea condominiale, senza diritto di voto, sulle delibere relative alla modificazione degli altri servizi comuni.

In particolare, possono intervenire in quelle discussioni che riguardano le parti comuni dell’edificio, quali aree esterne, scale, ascensori e altre infrastrutture utilizzate da tutti i residenti. Questo diritto è fondamentale, considerando che gli inquilini pagano le spese ordinarie, che comprendono la maggior parte delle voci di spesa relative alle parti comuni.

DIRITTO DI VOTO IN ASSEMBLEA

Gli inquilini quindi non possono votare sulla maggior parte delle questioni condominiali, ad eccezione di quelle che riguardano i servizi essenziali come il riscaldamento e il condizionamento.

L’INQUILINO PUO’ ESSERE DELEGATO DAL PROPRIETARIO?

Naturalmente sì, l’inquilino può partecipare all’assemblea con diritto di voto se espressamente delegato dal proprietario. In tal caso avrà tutti i poteri di un normale delegato e potrà votare su tutti i punti all’ordine del giorno.

L’AMMINISTRATORE DEVE CONVOCARE L’INQUILINO IN ASSEMBLEA?

Sebbene, come abbiamo appena visto, l’inquilino, abbia diritto ad intervenire alle assemblee condominiali e in alcuni casi, abbia anche diritto di voto, l’amministratore non è tenuto a convocarlo. Non esiste un rapporto diretto tra amministratore di condominio e affittuario, ma unicamente tra amministratore e proprietario dell’immobile.

È pertanto onere del proprietario/locatore informare l’inquilino di una assemblea di suo interesse.

La Corte di Cassazione ha affermato che il compito di convocare in assemblea spetta al locatore e non all'amministratore (Cass. 4802/1992). Tuttavia potrebbe essere opportuno che l’amministratore nella convocazione avvisi il condomino/locatore del dovere di estendere la convocazione all’assemblea agli eventuali conduttori per le materie loro riguardanti ai sensi degli artt. 9 e 10 della L. 392/1978.

Va precisato poi che il vademecum “Il Condominio e la Privacy” redatto dal Garante per la protezione dei dati personali ed emesso successivamente alla legge di riforma del Condominio (L. 220/2012), specifica a pag. 23 che “in riferimento alla normativa sulla privacy, l’affittuario non può chiedere i dati sulla gestione del Condominio”.

Ricordiamo inoltre che il Condominio non ha azione diretta contro l’affittuario per il recupero della quota di spese condominiali a carico di quest’ultimo, dunque non potrà chiedere un decreto ingiuntivo contro l’inquilino ma solo contro il proprietario/condomino.